sabato 2 maggio 2020

STEP#12 Meccanizzare...nella tecnologia medievale e moderna

L'organo a canne attraverso Medioevo e Rinascimento

L'Organo di Aquincum

L'organo ritrovato

Vediamo nella fotografia soprastante un ritrovamento archeologico di notevole importanza, si tratta dell'unico modello di organo di epoca romana giunto sino ai giorni nostri, rinvenuto nella città di Acquincum, nell'attuale Ungheria, risalente secondo gli esperti al III secolo d. C. In quell'epoca l'organo (ancora denominato "hydraulis") aveva conosciuto una larga diffusione nel mondo romano, sia come strumento per accompagnare spettacoli, combattimenti tra gladiatori e competizioni pubbliche, che per intrattenimento nelle case private. E' noto che il suono era ancora prodotto da delle pompe idrauliche, le quali permettevano all'aria di far suonare le canne. Ci sono infatti pervenute diverse notizie riguardanti questo strumento e il suo funzionamento grazie agli scritti di autori famosi come Cicerone, Seneca e altri. Tuttavia tale ritrovamento risulta anche di maggiore importanza se si considera che il suo funzionamento non è più idraulico come i modelli precedenti; si tratti infatti del primo esemplare di organo alimentato da un mantice, che pompa l'aria all'interno di una cassa chiusa che prende il nome di somiere, al quale sono fissate le canne.
Questo ritrovamento è utile alla ricostruzione della storia di questo particolare strumento, una vera e propria macchina meccanica che combina assieme ingegneria e genio artistico.

L'organo medievale

In epoca medievale l'organo continua a diffondersi nell'Impero Latino d'Oriente, in particolare a Bisanzio dove diventa lo strumento principale per accompagnare i festeggiamenti imperiali. Si sa che nel 757 d.C. l'imperatore Costantino V regalò un organo a Pipino il Breve, re dei Franchi, il quale lo fece sistemare nella chiesa di San Corneille a Compiègne, contribuendo così alla ripresa della diffusione di tale strumento anche in Occidente.
L'organo medievale presenta tuttavia delle differenze dagli organi del nostro tempo. All'epoca si costruivano organi definiti "portativi", di piccole dimensioni, che potevano essere trasportati agevolmente da una persona e in alcuni casi venivano anche portati a tracolla. Col tempo si iniziò a realizzare organi di dimensioni maggiori (sempre tuttavia abbastanza piccoli se paragonati a quelli attuali di modeste dimensioni), che potevano essere spostati ma ciò richiedeva il lavoro di più persone. Questi organi sono definiti "positivi", in quanto era necessario "posarli" a terra per suonarli. Gli organi positivi si diffondono rapidamente nelle chiese, dove iniziano a essere usati per le celebrazioni liturgiche, Tuttavia il numero di registri, e quindi di canne, era ancora molto basso (si parla di uno o due registri e qualche decina di canne). Il metodo per far suonare le canne era inoltre assai differente in quanto non c'erano ancora delle tastiere ma venivano usati dei pomelli, che permettevano alle canne di suonare se venivano tirati. Si trattava di una pratica assai difficoltosa in quanto era necessario spingere ogni volta i pomelli perché tornassero in posizione di riposo.

Un esempio di questo funzionamento è l'"organo di Grado", ritrovato nell'omonima città e risalente al 1030. Esso era composto da 2 registri con 15 canne ciascuno, per un totale di 30 canne. Ma già in quegli anni si era arrivati a costruire strumenti di alcune centinaia di canne; ne è un esempio l'organo di Winchester, realizzato nel 950, dotato di 400 canne, il più grande della sua epoca.
Con il tempo le manopole vennero gradualmente rimpiazzate da delle tastiere rudimentali, composte da tasti anche di grandi dimensioni e spesso difficili da premere (si sa infatti che occorreva persino pestarli con i gomiti). Successivamente le dimensioni dei tasti si ridussero notevolmente e ciò permise anche si realizzare organi con un numero di tastiere superiore a uno (siamo intorno al 1200).
Nel XIV secolo comparvero anche le prime pedaliere; tale accorgimento era dettato dalle necessità di tenere delle note gravi durante l'esecuzione di un brano mentre si eseguivano quelle più acute alla tastiera. Questa innovazione fu determinante in quanto preparò il terreno alla polifonia rinascimentale, che si sarebbe diffusa qualche secolo più tardi. Nella fotografia sottostante vediamo un'immagine dell'organo più antico ancora funzionante, conservato nella Basilica di Notre- Dame de la Valère a Sion, in Svizzera. Risalente al 1430 circa, esso consta di un'unica tastiera di 45 tasti e una pedaliera di un'ottava (si noti come l'estensione della pedaliera era ancora assai limitata).
Orgue (XVe siècle), basilique Notre-Dame de Valère (XIIe-XIIIe ...

L'organo rinascimentale

Agli albori dell'età rinascimentale la produzione organaria, già largamente diffusa in Europa, aveva permesso la creazione di strumenti di modeste dimensioni (400-500 canne e più), anche se gli organi "monumentali" avrebbero iniziato a fare la loro comparsa più di quattro secoli più tardi, tra Otto e Novecento. Durante quest'epoca iniziarono a formarsi le diverse "scuole organarie", ognuna con caratteristiche diverse, sia sotto il profilo costruttivo (aspetto estetico, numero di tastiere, estensione della pedaliera) che quello fonico (scelta dei registri). Si affermano le tre grandi scuole europee: quella italiana, quella francese e quella tedesca. Ancora oggi è possibile notare le profonde differenze che sussistono tra di esse. Ciò che le accomuna tuttavia è il sistema di trasmissione che sta alla base del loro funzionamento, ovvero il collegamento tra le dita dell'organista e le canne. Tutte e tre le scuole costruiscono infatti strumenti a "trasmissione meccanica".
Essa è composta da una serie di leve e tiranti, messi in azione dalla pressione del tasto, e collegati alla valvola, denominata "ventilabro", che se abbassata permette all'aria contenuta nel somiere di far suonare la canna desiderata. In questo modo l'esecutore agisce direttamente e meccanicamente sulle canne.
Pur considerando che una diversa pressione del tasto non cambia l'intensità del suono prodotto, questo tipo di trasmissione risente in parte della sensibilità dell'organista, ovvero un tocco più rapido influisce sull'apertura della valvola della canne in modo diverso da un tocco più fermo e deciso.         I diversi accorgimenti sperimentati nel corso dei secoli hanno permesso di realizzare meccanismi tali da ridurre al minimo lo sforzo necessario per premere i tasti. Con il passare dei secoli tale sistema verrà in parte sostituito da nuovi sistemi presenti negli organi attuali e che testimoniano lo straordinario cammino di progresso nella realizzazione di una macchina così particolare e complessa.

Per saperne di più:  http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/index.html
                               https://it.wikipedia.org/wiki/Organo_della_basilica_di_Val%C3%A8re

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