domenica 7 giugno 2020

STEP#25 - Una sintesi finale

UNA SINTESI DEL PERCORSO ATTRAVERSO LA MECCANIZZAZIONE

Obiettivo del nostro blog era quello di analizzare il termine "meccanizzare" nei suoi vari aspetti.
Abbiamo iniziato con la ricerca dell'etimologia del termine e delle sue traduzioni nella varie lingue. Ci siamo in seguito occupati di mostrare come esso faccia parte della mitologia, riportando come esempio quello della Presa di Troia. Proseguendo le nostre ricerche abbiamo notato come esso sia presente anche nel mondo della pubblicità
In seguito si può osservare come esso sia presente nelle varie arti, nella letteratura, nella poesia, nelle arti figurative e nel cinema
La Meccanizzazione ha inoltre fatto costantemente parte della storia della tecnologia di ogni epoca, nell'antichità, nel mondo medievale e moderno, nel Settecento, in particolare con la Rivoluzione Industriale del carbone e del vapore, nell'Ottocento e nel Novecento e di essa si può trovare traccia nella pandemia di Covid - 19 , come testimonia questo articolo di cronaca.
Nel corso dei secoli essa ha dato vita ad una particolare disciplina, oggetto di studio da parte dei futuri ingegneri, la Meccanica Applicata. Si può affermare che uno dei primi a sperimentare questa disciplina fu uno dei più grandi scienziati del Rinascimento, Leonardo da Vinci
Sono stati analizzati due brevetti che hanno come oggetto il suddetto termine e è stato oggetto di trattazione il tema delle macchine del futuro, di cui è stato trovata un'immagine promozionale
Per concludere abbiamo pensato di creare un abbecedario, associando ad ogni lettera un termine legato all'azione in esame, e una mappa per riordinare i vari spunti di riflessione proposti. 

sabato 6 giugno 2020

STEP#24 - Una mappa concettuale

UNA MAPPA PER "ORIENTARSI" NELLA MECCANIZZAZIONE 

Ormai quasi giunti alla fine di questo percorso che prevedeva l'analisi della "meccanizzazione" nei suoi vari aspetti, proponiamo di seguito una mappa che raccoglie le idee maturate in questi mesi e i vari concetti legati a questo termine


giovedì 4 giugno 2020

STEP#23 - Una promozione di prodotto

L'auto volante diventa realtà? - Wired

    L'Auto volante diventa realtà?

  Solo il futuro potrà dirci se sarà così, se tra cinquanta o più anni saremmo capaci di viaggiare per le città e tra le città a bordo della più grande innovazione di sempre: la               

                                                     MACCHINA VOLANTE!

STEP#22 - Un'invenzione futura

LE "MACCHINE DEL FUTURO":

Le auto del futuro, al CES - Il Post

Come saranno le macchine del futuro? Come saranno alimentate? Si potrà progettare delle macchine capaci di viaggiare a diversi metri da terra? 
Sono interrogativi che oggi non hanno una risposta chiara. Molti si chiedono infatti che aspetto avrà l'automobile di domani, se permetterà di superare tutte quelle problematiche delle auto di oggi, quali quelle relative all'inquinamento dell'atmosfera e delle acque.

“Segnatevi queste parole: automobili e aeroplani si combineranno. Potete sorriderne, ma avverrà”

La frase è stata pronunciata dall'imprenditore americano Henry Ford, fondatore dell'omonima ditta automobilistica, nonché ideatore della catena di montaggio e della produzione in serie. 
Ci sono attualmente diversi progetti messi a punto da produttori di automobili quali ad esempio Hyundai e Uber, creatrici dello Urban Air Mobility Vehicle, veicolo ideato per il trasporto di 5 passeggeri, provvisto di 4 rotori capaci di far compiere alla macchina un atterraggio verticale. Alimentato da una batteria ricaricabile, è capace di mantenere un'autonomia di volo per appena 20 minuti.
Un altro esempio è il "Volocopter" prodotto dalla Mercedes Benz, taxi areo simile a un elicottero, sperimentato per la prima volta a Dubai nel settembre 2017. Questo congegno aveva però un limite: il limite massimo era una sola persona per volta. 
La nostra tecnologia, quella di oggi, non è ancora riuscita ad attuare del tutto la previsione di Ford, ovvero la fusione tra aereo e automobile, solo il futuro potrà dargli ragione!

Per saperne di più:
https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/22-03-2020/auto-volanti-prototipi-3601909688917.shtml?refresh_ce-cp

STEP#21 - Un brevetto

BREVETTI PER LA "MECCANIZZAZIONE"


Definizione di Brevetto:

 Documento, rilasciato da apposito ufficio, che riconosce il diritto esclusivo di attuare e disporre di una invenzione industriale, di un marchio d’impresa, di un modello di utilità o ornamentale. (Definizione presa dal sito della Treccani al link sottosante):

http://www.treccani.it/vocabolario/brevetto/


La meccanica, ovvero lo studio dei fenomeni fisici riguardanti le forze, l'equilibrio tra i corpi e il loro movimento, si è, come sappiamo, evoluta attraverso i secoli sino a dare vita a numerosi settori del sapere. Un settore degno di nota è quello della meccanica dei trasporti, ovvero lo studio e la progettazione di mezzi di trasporto meccanizzati. In particolare analizzeremo un settore specifico, quello del "trasporto a fune", presentando due brevetti messi a punto da due figure di rilievo all'interno di quella che oggi è da considerarsi una tra le ditte più vista nel settore, la "Leitner Ropeways".

Scarpa per un impianto di trasporto a fune con almeno una fune portante:                                                                    Codice brevetto: ITUA20164237A1                                           Inventore: Harmurt Wieser 


Dispositivo di una rulliera o di un carrello per un impianto di trasporto a fune:                                                                   Codice brevetto: ITUA20163035A1                                           Inventore: Nikolaus Erharter 

Il veicolo per la revisione delle rulliere Doppelmayr | Funivie ...


La descrizione dei due brevetti è la seguente: "mezzi di guida per deviare la direzione delle cabine tra le due stazioni (di partenza e di arrivo). 
Si tratta di due congegni ideate per funivie a vai e vieni, in cui due cabine scorrono su una o più funi portanti, trainate da una fune definita appunto "traente". I sostegni di linea sono muniti di rulliere dotate di dispositivi che impediscono lo scarrucolamento, prevenendo danni di proporzioni anche enormi.

giovedì 28 maggio 2020

STEP#20 - Un materiale

UNA NUOVA FONTE DI ENERGIA PER LE MACCHINE: IL CARBONE:



Carbone per uso domestico - Brescia - Darfo Boario Terme ...Morte e vita del carbone | La Chimica e la Società

La prima rivoluzione industriale, originata in Inghilterra nel XVIII secolo, ha di fatto portato alla nascita dell'industria. Una popolazione in crescita spingeva ad aumentare la produzione e di conseguenza all'utilizzo di macchine che sostituissero il lavoro dell'uomo. Le macchine avevano però bisogno di essere alimentate per poter essere mosse e questo spinse alla ricerca di nuove fonti energetiche, la principale delle quali è il Carbone. Proprio per questo la prima rivoluzione industriale è nota anche come la "rivoluzione industriale del carbone e del vapore".
Combustibile fossile la cui formazione risale a milioni di anni fa (una dei periodi del Paleozoico è definito appunto "carbonifero" ), il carbone si trova in larghissima quantità nel sottosuolo inglese.
Il suo impiego principale fu l'uso nella macchina a vapore, messa a punto da poco dallo scienziato anglosassone James Watt. Il vapore prodotto dalla sua combustione permetteva alla macchina di compiere lavoro, per poi essere raffreddato in un condensatore. Seguì poi le sorti di tale macchina, conoscendo larghissimo utilizzo nelle navi e nei treni nel corso del XIX secolo.
Ma verso la fine dell'Ottocento nuove fonti di energia iniziano a diffondersi, sostituendo gradualmente l'uso del carbone in vari settori. Esso è tutta via sfruttato ancora oggi, come ad esempio per la produzione di energia termica.

STEP#19 - Meccanizzare nella scienza applicata

LA MECCANICA APPLICATA


Tavola meccanica Macchine, strumenti, costruzioni meccaniche,1850 ...Lezioni Ripetizioni Meccanica, Macchine Fluido Idraulica MILANO ...

La meccanizzazione, ovvero la capacità di costruire macchine che compiano un certo lavoro per l'uomo, è alla base della tecnologia di ogni epoca, sin dall'antichità. Si pensi che la meccanica è uno dei settori fondamentali della fisica, indispensabile per chi compie studi ingegneristici. Una delle discipline scientifiche che da essa deriva è la "Meccanica applicata", ovvero l'applicazione della meccanica nello studio e nella costruzione di macchine. 
Grazie a questa disciplina gli ingegneri sono capaci di studiare i dispositivi meccanici e in particolare il loro funzionamento e il loro moto, sfruttando conoscenze di cinematica, statica, dinamica, calcolo differenziale e integrale ma anche di fluidodinamica e termodinamica, indispensabili per l'approccio a tale materia. 
Lo scopo principale di chi opera in tale campo è la funzionalità: un meccanismo per poter servire a compiere un determinato lavoro deve essere in grado di svolgere le funzioni per le quali è stato concepito.
Dalle sue origini, intorno al XV - XVI secolo , la meccanica applicata ha conosciuto una notevole evoluzione fino a dare vita a nuovi settori alla base della tecnologia contemporanea, tra i quali ricordiamo la Meccatronica (fusione di meccanica ed elettronica) e la robotica.

STEP#18 Meccanizzare...nella cronaca

Coronavirus, la maschera da snorkeling diventa respiratore con la stampa 3D: il prototipo testato a Brescia


Coronavirus, la maschera da snorkeling diventa respiratore con la stampa 3D: il prototipo testato a Brescia

La maschera in vendita da Decathlon diventa grazie all'impresa Isinnova un ventilatore polmonare d'emergenza. Sperimentazione all'ospedale di Chiari e agi Spedali Civili di Brescia, il progetto online a disposizione di tutti.
L'articolo del 22 marzo 2020 è tratto dal quotidiano "La Repubblica". La notizia descrive la trasformazione di maschere da snorkeling in ventilatori polmonari. Un'innovazione importante e portatrice di enormi benefici per i malati gravi, in un periodo di pandemia come quello che stiamo vivendo. Si è infatti arrivati grazie a questo congegno a "meccanizzare" la respirazione, agevolando tale processo nei pazienti bisognosi. Grazie alla straordinaria intuizione di un primario dell'Ospedale di Gardone Valtrompia, Renato Favero, è stato possibile sperimentare, con il patrocinio dell'impresa "Isinnova", e mettere sul mercato un grande quantità di maschere modificate per aiutare i pazienti in difficoltà.

lunedì 18 maggio 2020

STEP #17 - Un abbecedario

UN ABC... PER LA MECCANIZZAZIONE

  • A come Alimentatore
  • B come Benzina
  • C come Collaudo 
  • D come Dentata (ruota)
  • E come Elettroventola
  • F come Freno
  • G come Guarnizione
  • H come Hardware 
  • I come Ingranaggio
  • L come Leva
  • M come Meccanismo
  • N come Nastro trasportatore
  • O come Olio motore
  • P come Pistone
  • Q come Quadro elettrico
  • R come Ruota
  • S come Saldatura
  • T come Trasmissione
  • U come Utensile 
  • V come Valvola
  • Z come Zincatura



sabato 16 maggio 2020

STEP #16 - Un protagonista

Leonardo Da Vinci, una mente geniale a 360 gradi

Biografia di Leonardo da Vinci

Genio immortale del Rinascimento Italiano, Leonardo Da Vinci si occupò di pittura, scultura, architettura, matematica, anatomia, zoologia, meccanica e altre diverse discipline, viaggiando nelle maggiori città italiane (Firenze, Milano, Venezia, Urbino etc.) e persino in Francia dove morì nel 1519. Molti suoi scritti e disegni sono conservati ancora oggi e sono tutt'ora oggetto di studio e accurata analisi. Si può dire che egli fu un artista a "360 gradi" per il gran numero di campi del sapere che egli toccò e per la sua straordinaria capacità inventiva. Tra i suoi progetti vi sono anche numerosi modelli di macchine e congegni meccanici, talvolta anche sorprendentemente avanzati per l'epoca in cui visse.

L'AUTOMA CAVALIERE


I progetti di Leonardo da Vinci che sono diventati realtà

Una delle invenzioni più interessanti di Leonardo fu il progetto del cavaliere automa (nella foto), realizzato probabilmente intorno al 1495/96. 
Si tratta di un cavaliere dalle caratteristiche umane che secondo il progetto avrebbe potuto reggersi in piedi senza l'ausilio di sostegni, riproducendo di fatto la capacità dell'uomo di sorreggersi autonomamente. L'automa poteva addirittura alzare il braccio ed emettere suoni dalla bocca grazie a particolari meccanismi. La figura era ideata secondo i canoni dell'Uomo Vitruviano, messo a punto dallo stesso Leonardo. 

IL PRIMO MODELLO DI CARRO ARMATO

Leonardo tank.JPG
Realizzato nel 1485 (come testimonia il progetto conservato al British Museum), esso offre un esempio della prima macchina da guerra che si avvicina maggiormente all'odierno carro armato. Si trattava di un meccanismo che poggiava su quattro ruote e a forma di testuggine. Alla sommità era posta una torre di avvistamento. Alcuni ingranaggi collegati alle ruote permettevano al carro di muoversi. Venne anche ipotizzato l'uso di cavalli per trainarlo, idea che in seguito fu abbandonata considerando il pericolo che si imbizzarrissero se tenuti all'interno di uno spazio chiuso e angusto. Il progetto così come ci è pervenuto è considerato di difficile attuazione in quanto i meccanismi descritti da Leonardo non permetterebbero in realtà lo spostamento del carro.
Informazioni tratte da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Carro_armato_di_Leonardo

LA "MACCHINA VOLANTE"

Leonardo e il sogno di Icaro Ali e macchine volanti del genio Da ...

E' chiamata anche "ornitottero" , dal greco"ornis" + "pteron" ovvero uccello + aria, in riferimento alla capacità posseduta dagli uccelli. Verso la fine del XV secolo Leonardo Da Vinci aveva avviato un approfondito studio dell'ornitologia (studio degli uccelli), arrivando persino ad ipotizzare la costruzione di una macchina più pesante dell'aria con la capacità di volare sbattendo delle ali meccaniche. Essa era costituita da una cabina di comando a forma di barca a cui erano fissate delle ali tramite un insieme di viti e altri congegni. Fu aggiunta anche una coda per conferire stabilità alla macchina durante il volo e per mantenerne la direzione. Un progetto interessante, tuttavia impossibile da realizzare, anche a causa dell'elevato peso dell'uomo che impedirebbe il volo.
Ulteriori informazioni al link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ornitottero

STEP #15 - Meccanizzare...nel Novecento

Nuove macchine per la Grande Guerra



Carro armato - Wikipedia
Siamo abituati a vedere il Novecento, almeno la sua prima metà, come un secolo lacerato dalle guerre. E' nel secolo scorso che si combatterono le due guerre che stravolsero l'intero Pianeta, le due "Guerre Mondiali". All'inizio del Novecento, al di là del clima di ottimismo dominante in Europa, vi erano tensioni tra gli Stati che facevano pensare ad un conflitto inevitabile e sempre più prossimo. E' interessante osservare come alla vigilia dello scoppio della Grande Guerra gli Stati Europei fossero quasi tutti dotati di un forte arsenale bellico, che aveva conosciuto una notevole evoluzione se comparato a quello al tempo delle guerre napoleoniche. Si può osservare come la tecnologia, da più di un secolo al servizio dell'industria, si sia "messa al servizio" dell'industria bellica e quindi della guerra. La tecnologia aveva permesso infatti di produrre armi all'avanguardia e di un'efficacia straordinaria, e c'era in effetti una vera e propria competizione tra le potenze europee in questo campo. 

LA "DICKE BERTHA"

Dicke Bertha.Big Bertha.jpg
In tedesco "Grande Bertha", è probabilmente l'arma più efficace messa a punto dai tedeschi. Si tratta di un pezzo di artiglieria, in particolare un obice, ovvero una sorta di cannone dalla canna notevolmente allungata, che permetteva il raggiungimento di  un'enorme distanza. Fu messa a punto dall'industria Krupp di Essen, per soddisfare le richieste dello Stato Maggiore di costruire un'arma capace di distruggere una parete di cemento armato spessa 3 m, permettendo così di avere la meglio sull'esercito francese. Tali esemplari furono utilizzati per espugnare le fortificazioni costruite dai Belgi ad Anversa, Ypres, Namur nonché sul fronte orientale. La Battaglia di Verdun del 1916 segnò la fine dell'utilizzo delle "Bertha" a motivo della distanza coperta, giudicata troppo limitata. Una testimonianza dell'epoca afferma che queste macchine potevano produrre un'onda d'urto avvertibile a ben 3 km di distanza. (Informazioni tratte da Wikipedia, al link sottostante).
https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Berta

IL CARRO ARMATO

Il Petrolio nella Prima Guerra Mondiale • Scuolissima.com

Il carro armato rappresentò una grande innovazione in campo bellico durante il primo conflitto mondiale. Si sa che un primo progetto di carro armato fu redatto da Leonardo Da Vinci nel 1485 (chiamato per questo "carro armato di Leonardo"). Il primo modello vero e proprio fu messo a punto nel 1915 dal colonello inglese Swinton, su richiesta del Primo Lord dell'Ammiragliato Winston Churchill. Dotato di due mitragliatrici e un motore Daimler , possedeva una corazza di 10 mm di spessore e poteva raggiungere una velocità di circa 6-7 km/h. Venne denominato "Little Willie", dal nome della società che lo produsse, la "William Foster & Co". 
Tuttavia questo primo esemplare necessitava ancora di miglioramenti prima di essere usato sul campo. I primi carri armati fecero infatti la loro comparsa un anno più tardi durante la Battaglia della Somme, 1 Luglio 1916. In quell'occasione però non portarono i risultati sperati, in quanto alcuni dei 32 carri utilizzati rimasero impantanati nel fango o caddero nelle trincee scavate nel terreno.
I primi successi si ebbero con la battaglia di Cambrai nel novembre del 1917. Furono messi in campo 474 carri in totale,  che permisero agli anglo - francesi di superare la linea nemica.
Per maggiori informazioni:
https://www.lagrandeguerra.net/ggcarriarmati.html



venerdì 8 maggio 2020

STEP#14 Meccanizzare..nell'Ottocento

Un nuovo mezzo di trasporto: il treno



Nell'Ottocento la rivoluzione industriale, che aveva avuto origine in Gran Bretagna alcuni decenni prima, si diffonde rapidamente in tutta Europa. A poco a poco aumenta il numero dei paesi "industrializzati", cioè di quei paesi che conobbero quello straordinario sviluppo che avrebbe radicalmente modificato la produzione dei beni. Una delle invenzioni che si diffuse con maggiore rapidità fu la "macchina a vapore", utilizzata come motore per le navi e successivamente applicata a quello che sarebbe divenuto uno dei più diffusi mezzi di trasporto, ovvero il treno.
Con la rivoluzione industriale il carbone iniziò a essere sfruttato come materia prima in grandi quantità ed enormi convogli dovevano essere trasportati da un gran numero di cavalli. 
Il primo modello di locomotiva a vapore venne messo a punto da un ingegnere inglese, Georg Stephenson. Costruita nel 1829, essa venne chiamata "The Rocket" ("il razzo"). La locomotiva poteva raggiungere circa 40 km orari, un record per l'epoca. Tuttavia si pensava che una velocità superiore a 50 km/h avrebbero potuto danneggiare il carico trasportato o asfissiare coloro che erano addetti al funzionamento della locomotiva, timori che in seguito si rivelarono essere infondati. Negli anni successivi si iniziò a costruire varie linee ferroviarie in Inghilterra e nel resto dell'Europa, e il treno si diffuse presto come mezzo di trasporto per persone, rendendo molto più rapidi gli spostamenti tra città, tra Paesi, e alcuni anni più tardi, persino tra continenti. 
Stephenson's Rocket.jpg

STEP#13 Meccanizzare...nel Settecento

Macchine nuove per l'industria nascente

La rivoluzione industriale iniziata in Inghilterra nel XVIII secolo aveva apportato profondi cambiamenti nella produzione e nella lavorazione dei beni. Ciò comportò allo stesso modo grandi mutamenti anche all'interno della società (ne parlarono in maniera diffusa filosofi materialisti come Karl Marx, e positivisti come Auguste Comte), a tal punto che un secolo più tardi l'Europa e il Mondo apparirono completamente trasformati. 
Diversi furono i fattori che contribuirono al sorgere della rivoluzione industriale, uno dei quali fu la notevole crescita demografica, che spinse ad aumentare la produzione di beni di consumo. Per soddisfare i bisogni di una popolazione in crescita fu necessario cercare nuovi mezzi e l'ausilio di nuove macchine in sostituzione del lavoro manuale. Si può quindi dire che la tecnologia viene messa al servizio della produzione in questa fase, permettendo di realizzare macchine che rendano più efficiente ed efficace il lavoro dell'uomo. 

LA MACCHINA A VAPORE

Una delle invenzioni più degne di nota, che conobbe in seguito diverse applicazioni, fu la Macchina a vapore brevettata dallo scozzese James Watt. Essa era alimentata da una fonte di energia presente in abbondanza sul territorio inglese, il carbone. Esso serviva per trasformare l'acqua in vapore, in modo tale che quest'ultimo potesse compiere un lavoro. Il vapore veniva poi raffreddato in un condensatore a parte. 
Si tratta di un'invenzione rivoluzionaria che sarebbe divenuta la base del funzionamento di diverse macchine produttive. 

Principi tecnico-scientifici della macchina a vapore

IL TELAIO MECCANICO

Uno dei settori tra i più interessati dai cambiamenti sopra descritti fu il settore tessile, da tempo in espansione in Inghilterra e nel resto dell'Europa. Sin dal Medioevo l'operazione di filatura era svolta a mano con l'utilizzo della ruota per filare, comparsa per la prima volta in Europa intorno al 1200. Si trattava di un lavoro lento e faticoso che necessitava spesso di un numero di filatrici anche superiore a 5. 
La prima evoluzione si ebbe con l'introduzione della "Spinning Jenny", inventata da James Hargreaves nel 1765, un filatoio munito di 8 fusi che permetteva di aumentare notevolmente la quantità di filo prodotta. 
Vent'anni dopo fu brevettato dall'inglese Edmund Cartwright il "power loom" (nella foto), telaio meccanico alimentato da una macchina a vapore. Tale invenzione sostituì il lavoro di un certo numero di tessitrici e permise di ottimizzare i tempi di produzione. 
 Power Loom | Facts, Summary, Inventor, Uses, & Improvements Over Time

sabato 2 maggio 2020

STEP#12 Meccanizzare...nella tecnologia medievale e moderna

L'organo a canne attraverso Medioevo e Rinascimento

L'Organo di Aquincum

L'organo ritrovato

Vediamo nella fotografia soprastante un ritrovamento archeologico di notevole importanza, si tratta dell'unico modello di organo di epoca romana giunto sino ai giorni nostri, rinvenuto nella città di Acquincum, nell'attuale Ungheria, risalente secondo gli esperti al III secolo d. C. In quell'epoca l'organo (ancora denominato "hydraulis") aveva conosciuto una larga diffusione nel mondo romano, sia come strumento per accompagnare spettacoli, combattimenti tra gladiatori e competizioni pubbliche, che per intrattenimento nelle case private. E' noto che il suono era ancora prodotto da delle pompe idrauliche, le quali permettevano all'aria di far suonare le canne. Ci sono infatti pervenute diverse notizie riguardanti questo strumento e il suo funzionamento grazie agli scritti di autori famosi come Cicerone, Seneca e altri. Tuttavia tale ritrovamento risulta anche di maggiore importanza se si considera che il suo funzionamento non è più idraulico come i modelli precedenti; si tratti infatti del primo esemplare di organo alimentato da un mantice, che pompa l'aria all'interno di una cassa chiusa che prende il nome di somiere, al quale sono fissate le canne.
Questo ritrovamento è utile alla ricostruzione della storia di questo particolare strumento, una vera e propria macchina meccanica che combina assieme ingegneria e genio artistico.

L'organo medievale

In epoca medievale l'organo continua a diffondersi nell'Impero Latino d'Oriente, in particolare a Bisanzio dove diventa lo strumento principale per accompagnare i festeggiamenti imperiali. Si sa che nel 757 d.C. l'imperatore Costantino V regalò un organo a Pipino il Breve, re dei Franchi, il quale lo fece sistemare nella chiesa di San Corneille a Compiègne, contribuendo così alla ripresa della diffusione di tale strumento anche in Occidente.
L'organo medievale presenta tuttavia delle differenze dagli organi del nostro tempo. All'epoca si costruivano organi definiti "portativi", di piccole dimensioni, che potevano essere trasportati agevolmente da una persona e in alcuni casi venivano anche portati a tracolla. Col tempo si iniziò a realizzare organi di dimensioni maggiori (sempre tuttavia abbastanza piccoli se paragonati a quelli attuali di modeste dimensioni), che potevano essere spostati ma ciò richiedeva il lavoro di più persone. Questi organi sono definiti "positivi", in quanto era necessario "posarli" a terra per suonarli. Gli organi positivi si diffondono rapidamente nelle chiese, dove iniziano a essere usati per le celebrazioni liturgiche, Tuttavia il numero di registri, e quindi di canne, era ancora molto basso (si parla di uno o due registri e qualche decina di canne). Il metodo per far suonare le canne era inoltre assai differente in quanto non c'erano ancora delle tastiere ma venivano usati dei pomelli, che permettevano alle canne di suonare se venivano tirati. Si trattava di una pratica assai difficoltosa in quanto era necessario spingere ogni volta i pomelli perché tornassero in posizione di riposo.

Un esempio di questo funzionamento è l'"organo di Grado", ritrovato nell'omonima città e risalente al 1030. Esso era composto da 2 registri con 15 canne ciascuno, per un totale di 30 canne. Ma già in quegli anni si era arrivati a costruire strumenti di alcune centinaia di canne; ne è un esempio l'organo di Winchester, realizzato nel 950, dotato di 400 canne, il più grande della sua epoca.
Con il tempo le manopole vennero gradualmente rimpiazzate da delle tastiere rudimentali, composte da tasti anche di grandi dimensioni e spesso difficili da premere (si sa infatti che occorreva persino pestarli con i gomiti). Successivamente le dimensioni dei tasti si ridussero notevolmente e ciò permise anche si realizzare organi con un numero di tastiere superiore a uno (siamo intorno al 1200).
Nel XIV secolo comparvero anche le prime pedaliere; tale accorgimento era dettato dalle necessità di tenere delle note gravi durante l'esecuzione di un brano mentre si eseguivano quelle più acute alla tastiera. Questa innovazione fu determinante in quanto preparò il terreno alla polifonia rinascimentale, che si sarebbe diffusa qualche secolo più tardi. Nella fotografia sottostante vediamo un'immagine dell'organo più antico ancora funzionante, conservato nella Basilica di Notre- Dame de la Valère a Sion, in Svizzera. Risalente al 1430 circa, esso consta di un'unica tastiera di 45 tasti e una pedaliera di un'ottava (si noti come l'estensione della pedaliera era ancora assai limitata).
Orgue (XVe siècle), basilique Notre-Dame de Valère (XIIe-XIIIe ...

L'organo rinascimentale

Agli albori dell'età rinascimentale la produzione organaria, già largamente diffusa in Europa, aveva permesso la creazione di strumenti di modeste dimensioni (400-500 canne e più), anche se gli organi "monumentali" avrebbero iniziato a fare la loro comparsa più di quattro secoli più tardi, tra Otto e Novecento. Durante quest'epoca iniziarono a formarsi le diverse "scuole organarie", ognuna con caratteristiche diverse, sia sotto il profilo costruttivo (aspetto estetico, numero di tastiere, estensione della pedaliera) che quello fonico (scelta dei registri). Si affermano le tre grandi scuole europee: quella italiana, quella francese e quella tedesca. Ancora oggi è possibile notare le profonde differenze che sussistono tra di esse. Ciò che le accomuna tuttavia è il sistema di trasmissione che sta alla base del loro funzionamento, ovvero il collegamento tra le dita dell'organista e le canne. Tutte e tre le scuole costruiscono infatti strumenti a "trasmissione meccanica".
Essa è composta da una serie di leve e tiranti, messi in azione dalla pressione del tasto, e collegati alla valvola, denominata "ventilabro", che se abbassata permette all'aria contenuta nel somiere di far suonare la canna desiderata. In questo modo l'esecutore agisce direttamente e meccanicamente sulle canne.
Pur considerando che una diversa pressione del tasto non cambia l'intensità del suono prodotto, questo tipo di trasmissione risente in parte della sensibilità dell'organista, ovvero un tocco più rapido influisce sull'apertura della valvola della canne in modo diverso da un tocco più fermo e deciso.         I diversi accorgimenti sperimentati nel corso dei secoli hanno permesso di realizzare meccanismi tali da ridurre al minimo lo sforzo necessario per premere i tasti. Con il passare dei secoli tale sistema verrà in parte sostituito da nuovi sistemi presenti negli organi attuali e che testimoniano lo straordinario cammino di progresso nella realizzazione di una macchina così particolare e complessa.

Per saperne di più:  http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/index.html
                               https://it.wikipedia.org/wiki/Organo_della_basilica_di_Val%C3%A8re

venerdì 1 maggio 2020

STEP#11 Meccanizzare...nella pandemia

Ventilatore Polmonare - Officina Ortopedica SemidoroSchema a blocchi di un ventilatore polmonare | Download Scientific ...
La pandemia di Covid-19 attualmente in corso, fortunatamente in leggero calo nel nostro paese, ha come sappiamo causato un numero altissimo di decessi, soprattutto tra persone anziane e pazienti affetti da altre patologie. Proprio in questi casi il virus può causare difficoltà respiratorie che possono anche diventare gravi (informazioni in parte tratte dal sito del Ministero della Salute). Nell'ottica di risolvere tale problema sono stati creati dei ventilatori polmonari, come quello raffigurato nell'immagine soprastante. Si è persino arrivati a convertire delle maschere da snorkeling in congegni finalizzati ad aiutare il paziente nella respirazione. Si tratta di un esempio che spiega come si possa rendere "meccanica" una funzione vitale, ovvero come essa possa essere sostenuta in modo efficace da delle macchine apposite (si parla in effetti di "ventilazione meccanica"). Tale macchina è alimentata da un motore elettrico che gonfia un mantice, il quale soffia l'aria con frequenza prestabilita nei polmoni agevolando il processo di diffusione a livello degli alveoli polmonari, per mantenere costante la presenza di ossigeno nel sangue e permettere un'adeguata espulsione di andride carbonica attraverso l'espirazione. La macchina è in grado di calcolare quanta aria occorre pompare all'interno dei polmoni.
L'utilizzo di questo meccanismo è vitale per i pazienti in terapia intensiva, in totale ancora più di 1600 in Italia, anche se in costante diminuzione (si stima un decremento  medio di circa 100 persone al giorno).
Informazione tratte dai seguenti siti:
https://scienze.fanpage.it/cose-e-come-funziona-un-ventilatore-polmonare/
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228#2
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_aprile_30/coronavirus-italia-205463-casi-positivi-27967-morti-bollettino-30-aprile-e52891bc-8af5-11ea-a2b6-e57bd451de7e.shtml

mercoledì 29 aprile 2020

STEP#10 Meccanizzare....nel cinema

"La straordinaria invenzione di Hugo Cabret"

Hugo Cabret - Film (2011) - MYmovies.itAutomaton | Brian Selznick Wiki | Fandom
Il film "Hugo Cabret", uscito nel 2011 e diretto dal regista statunitense Martin Scorsese è basato sul romanzo dello scrittore americano Brian Selznick. Il protagonista, Hugo, è un ragazzo figlio di un orologiaio che aiuta il padre nel suo lavoro. Un giorno quest'ultimo porta nel suo laboratorio un automa dimenticato nel magazzino di un museo. Si tratta di un vero  e proprio uomo meccanico con la capacità di scrivere e disegnare; è noto che si costruivano congegni meccanici simili , più spesso animali ma anche figure umane, già nel III secolo a. C. ad Alessandria d'Egitto e successivamente anche nel mondo romano e persino in quello arabo, come testimoniano diversi trattati di meccanica attribuiti a scienziati islamici. Nel Cinquecento anche Leonardo da Vinci costruì un automa meccanico, in grado di alzarsi in piedi e sorreggersi autonomamente. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento la città di Parigi diventa il luogo dove si diffonde maggiormente la realizzazione di automi come quello raffigurato nella seconda immagine (si parla di "età dell'oro degli automi"). In effetti è proprio la Parigi degli anni '30 il contesto in cui viene raccontata la vicenda di Hugo. Egli perde il padre, morto in un incendio e decide di portare a termine l'opera che il genitore aveva cominciato: riparare l'automa dimenticato. Ci riuscirà grazie all'aiuto di un giocattolaio, che all'inizio diffida di lui, ma in seguito, accorgendosi della sua bontà d'animo e delle sue doti come riparatore di congegni meccanici, decide di dargli fiducia. Ma Hugo non sa che in realtà il giocattolaio è un famosissimo cineasta, dimenticato e costretto a lasciare il suo lavoro dopo la tragedia della Grande Guerra. Tuttavia la presenza del ragazzo lo aiuterà a riscoprire ciò che egli si ostinava a tenere nel dimenticatoio. 
“Mi piace immaginare che il mondo sia un unico grande meccanismo. Sai, le macchine non hanno pezzi in più. Hanno esattamente il numero e il tipo di pezzi che servono. Così io penso che se il mondo è una grande macchina, io devo essere qui per qualche motivo. E anche tu!”

link per riferimenti testuali: http://www.morpheos.eu/2016/03/24/hugo-cabret-e-the-writer-boy/
                                             https://it.wikipedia.org/wiki/Automa_meccanico

lunedì 20 aprile 2020

STEP#09 Meccanizzare...nell'arte


ARTE.it - Mappare l'Arte in Italia
Giacomo Balla, "Velocità d'automobile", 1913 circa, china acquarellata su carta foderata,              46.5 cm X 60, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. 

In quest'opera di uno dei maggiori esponenti dell'arte futurista del primo Novecento viene messo in evidenza il dinamismo e la velocità dell'automobile (più che l'automobile in sé), temi centrali della produzione artistica e poetica che caratterizza questa Avanguardia. L'automobile è a stento riconoscibile in quello che sembra essere un contesto "astratto" in cui i triangoli e linee sottolineano il movimento della macchina, creando una resa simultanea dei vari momenti.

sabato 18 aprile 2020

STEP#08 Meccanizzare...nell'antichità


a) Hydraulis was initially designed by Ktesibios and improved by ...Ctesibio | inventosdelahistoriaandrea
Il termine "meccanizzare", nato nel mondo greco, si riferisce alla capacità di creare macchine che compiono delle funzioni particolari sostituendo il lavoro manuale dell'uomo. Sono molti gli aspetti che vengono toccati fin dall'antichità, dove si può notare la presenza di una figura del mondo attuale, quella dell'"ingegnere". Nella fotografia soprastante si può notare un ritratto (con ogni probabilità fantasioso) dello scienziato greco Ctesibio. Descritto come un "ingegnere" (secondo le fonti raccolte dal web), fu inventore di diversi congegni, divenute delle vere e proprie macchine di divulgazione scientifica, capaci di svolgere lavori sorprendenti per l'epoca e passate sotto varie forme sino a giungere ai giorni nostri. Egli inventò la pompa idraulica, l'orologio ad acqua e uno strumento che unisce il lavoro dell'acqua a quello dell'aria, raffigurato nella prima immagine, l'organo. Benché siamo abituati a vederlo come uno strumento musicale tipico dell'ambiente ecclesiastico, questo macchinario ha origine molto lontane. L'organo è uno strumento aerofono, ovvero il suono è prodotto dall'aria che attraversa le canne. Tuttavia esso non nasce come strumento musicale come macchina azionata da serbatoi d'acqua che esercitando una pressione sull'aria contenuta in un altro serbatoio (riempito costantemente con altra aria), spingendola all'interno del somiere, una cassa lignea chiusa a cui sono fissate le canne. Veniva chiamato originariamente "hydraulis", unione tra "hydor" (acqua) e "aulos" (flauto). Nel mondo romano e in seguito in quello bizantino conobbe larga diffusione come strumento per accompagnare feste, banchetti e persino lotte tra gladiatori. Nel VIII secolo d. C. il Basileus di Costantipoli Costantivo V fece dono al re dei Franchi, Pipino il Breve di un organo. Quest' ultimo fu collocato nella chiesa di San Cornelio a Compiegne. Da lì inizio la diffusione di questo strumento per accompagnare le cerimonie religiose, permanendo attraverso i secoli e  diventando il "re degli strumenti", primo fra tutti per la magnifica unione di arte e ingegneria

martedì 7 aprile 2020

STEP#07: Meccanizzare...nella poesia

Texte 1 - Guillaume Apollinaire, « La petite auto » | Mission ...
E' interessante notare come in questa composizione il concetto di "macchina"  è il fulcro sulla quale essa si appoggia. La poesia si intitola "La Petit Auto"  ("la piccola automobile") ed è stata scritta dal poeta francese Guillaume Apollinaire. Di indole irrequieta e ribelle, egli opera un profondo rinnovamento della poesia, sino a creare forme particolari che diverranno il titolo della sua più famosa raccolta, pubblicata nell'anno 1918, "Calligrammes" (tradotto come "calligrammi"). La composizione prende la forma di un' automobile, simbolo del progresso, e rappresenta la velocità, il dinamismo, temi ricorrenti nella letteratura di primo Novecento (si pensi per esempio ai Futuristi). La "macchina" assume qui tale significato, ma nella composizione si fa riferimento anche ad un'altra macchina, intesa in senso figurato. Si tratta infatti della "macchina della guerra", verso cui i viaggiatori si dirigono, un meccanismo che coinvolgerà l'intera Europa fino a trascinarla nel vortice del primo conflitto mondiale.

STEP#06 Meccanizzare....nella letteratura


Il Grande Ritratto

Il breve romanzo fantascientifico di Dino Buzzati permette di osservare l'intento dell'uomo di costruire macchine che si avvicinano sempre di più al lavoro della mente umana. Il protagonista, professor Ermanno Ismani, con la moglie Elisa, ricevono una chiamata dal ministero della Difesa e sono invitati a recarsi in un luogo imprecisato in alta montagna dove un gruppo di ricerca sta lavorando ad un esperimento molto complesso. La totale segretezza con cui ciò avviene li spinge a pensare alla realizzazione di armamenti atomici , tuttavia osservando più da vicino scoprono qualcosa di impressionante. Il progetto riguarda la costruzione di una macchina che riproduce il funzionamento della mente e del corpo umano, un essere vivente "di cemento" adagiato su un versante montano. L'impianto che regge il racconto è appunto il tentativo di rendere "meccanico" ciò che avviene nella mente umana, di crearne il funzionamento tramite meccanismi complessi. Tuttavia gli scienziati si renderanno conto che un essere pensante come questo sarà capace di provare le stesse sensazioni di un essere umano, come gioia, spensieratezza ma anche rabbia, rancore e risentimento e le conseguenze di ciò non potranno essere ignorate. 

lunedì 6 aprile 2020

STEP #05: Meccanizzare....nella pubblicità

                 


PUBBLICITA'1951 TRATTORE TRATTRICE FIAT MOD 25 R CON TREBBIATRICE ...
L'immagine, presa dal sito ebay.it, rappresenta un interessante esempio di ciò che ha significato il progresso e la  "meccanizzazione" nella lavorazione e nella coltivazione dei campi. Si analizzi in particolare l'evoluzione della tecnica della "trebbiatura", ovvero la separazione del grano dalla paglia dopo la mietitura, dai tempi antichi sino ai giorni nostri. In epoca romana esisteva uno strumento particolare detto ventilabro ("ventilabrum", da cui il verbo ventilare") che permetteva di ottenere tale separazione, operata manualmente per diversi secoli. Fu con la rivoluzione industriale inglese che la trebbiatura iniziò ad essere svolta con l'ausilio di una macchina idraulica, poi rimpiazzata da un motore a vapore e in seguito a scoppio. Con il tempo questo congegno fu sostituito da trebbiatrici trainate da trattori, in uso ancora oggi, grazie alle quali la trebbiatura avviene contemporaneamente alla mietitura. La famosa ditta automobilistica torinese, la FIAT, si occupava fino agli anni '90 circa anche della produzione di macchine agricole, come si nota in questo cartellone pubblicitario, raffigurante un trattore a cui dovrà essere collegata una trebbiatrice.

lunedì 30 marzo 2020

STEP #4: Meccanizzare...nella mitologia



Il verbo "meccanizzare" ha avuto origine nell'antica Grecia, dalla cui lingua è stato preso in prestito il vocabolo dai latini, per poi passare attraverso le varie lingue europee anche di ceppo diverso da quello latino. E' proprio dal mondo greco che conviene partire per conoscere meglio il significato di questo termine, cercandone traccia anche nelle opere letterarie e mitologiche. 
La "mechàne" per i Greci era considerato come qualcosa di oscuro, legato perciò alla creazione di tranelli e inganni, da qui il sostantivo "macchinazione", usato appunto per indicare l'azione di architettare qualcosa spesso ai danni di qualcuno o qualcosa. 
L'esempio che meglio illustra questa connotazione del termine meccanizzare è presente nell'Iliade, poema omerico che tratta della guerra e presa di Troia. In particolare si analizzi l'episodio del cavallo di legno, il cui ruolo chiave permise agli Achei di conquistare la città di Troia e di darla alle fiamme. Il congegno, ideato dal famoso eroe Ulisse, può essere considerata a tutti gli effetti una "macchina" ideata per ingannare i Troiani spingendoli ad accettarlo come un dono e a portarlo all'interno delle mura. L'idea era nata nella mente ingegnosa di Ulisse che aveva progettato il tranello trasformandolo in una macchina. L'altro grande poema omerico, l'Odissea, ci insegna che l'eroe greco venne punito dagli dei per aver architettato un simile inganno e per aver offeso Atena, dea della saggezza, con i suoi misfatti. Appare evidente come tale capacità della mente umana rappresentava una forma di arroganza per gli dei, arroganza che non restava impunita...
Il cavallo di Troia? Mai esistito. In realtà era una nave da ...

lunedì 23 marzo 2020

STEP #01 bis



Il verbo "meccanizzare" deriva dal termine "meccanica", proveniente dal latino "mechanica", a sua volta derivato dal greco, lingua in cui assumeva il significato di "arte delle macchine" (mechàne + technè). Tale significato era inteso anche come "arte della macchinazione", dell'inganno e per questo visto in senso negativo, come qualche cosa di oscuro, di nascosto. Esso si riferiva alla capacità dell'uomo di ordire complotti e di tessere trame fittissime. Di seguito sono riportate le traduzione del verbo "meccanizzare" nelle varie lingue:


Francese: mécaniser
Inglese: mechanize o mechanise
Tedesco: Mechanisieren
Spagnolo: mecanizar
Russo: Mechanize
Greco: εκμηχανίζω (ekmēchanízō) opp. μηχανοποιώ (michanopoió)  


Si può notare come nelle varie lingue si conservi la radice originale latina (a sua volta presa in prestito dal greco). Si osservi come in greco esistano due versioni diverse, di cui la prima indica quasi il fatto di "tirar fuori", di "estrapolare" il funzionamento meccanico (prefisso "-ek", in latino "ex", cioè "fuori") da un oggetto. La seconda invece si riferisce direttamente al concetto di "creare" una macchina. la desinenza "-poiò" è riconducibile al verbo "poiein", che significa appunto "creare" (presente anche nell'Enciclopedia delle Scienze di Aristotele, in cui le "scienze poietiche" erano quelle che permettevano di produrre un oggetto).


Link per riferimenti testuali:
https://context.reverso.net/traduzione/italiano-francese/meccanizzare
https://context.reverso.net/traduzione/italiano-inglese/meccanizzare
https://context.reverso.net/traduzione/italiano-tedesco/meccanizzare
https://context.reverso.net/traduzione/italiano-spagnolo/meccanizzare
https://it.glosbe.com/it/ru/meccanizzare
(https://it.glosbe.com/it/el/meccanizzare)

venerdì 20 marzo 2020

Meccanizzare...nell'etimologia

Meccanizzaretrasformare un'attività manuale in un'attività che si serve in misura notevole di macchine. (Definizione presa dal Vocabolario Treccani). Deriva dal sostantivo latino "mechanica", a sua volta derivato dal greco "mechaniché", composto dalle parole "mechane" (macchina) e "technè" (arte). (Etimologia tratta dal Dizionario Etimologico all'indirizzo www.etimo.it)